di Salvo Barbagallo
Per gli appassionati delle teorie del complottismo le parole del presidente della Banca Centrale Europea non costituiscono sorpresa, ma soltanto conferma di ciò che in molti sostengono da tempo: “Ci sono forze nell’economia globale che cospirano…”, ha sostenuto Mario Draghi in un discorso a Francoforte, parlando sui temi dell’indebolimento ciclico di petrolio e materie prime e dei cambiamenti demografici. Ci sono forze nell’economia globale – ha specificato Draghi – che tutte assieme stanno mantenendo bassa l’inflazione. E queste forze potrebbero ritardare il ritorno dell’inflazione verso il nostro obiettivo del 2%. Quello che è importante è che le Banche Centrali agiscano entro il proprio mandato, per rispettare questo mandato. Nella zona dell’euro, questo potrebbe porre problemi diversi rispetto ad altre grandi aree economiche, ma questo non giustifica l’inazione (…).
Marcello Zacchè sul Giornale online di ieri fa notare che le dichiarazioni di Mario Draghi trasmettono di nuovo un senso di paura tra i cittadini, gli italiani in particolare. Specialmente se combinate con il crollo verticale delle Borse. Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e le connessioni con il terrorismo islamico completano un quadro nel quale, se si vogliono unire tra loro i vari puntini, si ottengono anche scenari inquietanti (…) c’è una corrente di pensiero, forte e autorevole, secondo la quale il calo del prezzo del petrolio, alla base di quanto sta accadendo in questi mesi e della bassa inflazione, sia stato causato non dai venditori, ma dai compratori, per rallentare le acquisizioni di aziende e banche quotate, effettuate in Occidente a prezzi di saldo con capitali dei Paesi produttori di petrolio (…).
Zacchè riporta l’opinione dell’economista Ettore Gotti Tedeschi: (…) gli Usa hanno programmato una nuova massiccia produzione di energia con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza energetica in 3-4 anni. E cercando, molto opportunamente, di imporre lo stesso anche ai loro alleati. Spingendo di conseguenza i Paesi arabi a ridurre i profitti dal petrolio (…).
In poche parole, e per non disperdersi nelle complesse strategie economiche dei cosiddetti potentati che fanno il bello e cattivo tempo, gira e rigira ogni cosa partirebbe dagli USA, che vorrebbero mantenere una leadership mondiale in nome di un “nuovo” ordine. Senza quasi renderci conto, in maniera stupefacente, sono stati ribaltati i valori fondamentali su cui si è sempre retta la convivenza dei popoli, mettendo al primo posto il mercato dei capitali. La finalità è quella di costruire un nuovo ordine mondiale: lo stesso obbiettivo che si prefiggeva il ben noto Club Bilderberg. Lo stesso obbiettivo, presentato come “necessità”, al quale faceva riferimento nell’aprile dello scorso anno l’ex presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano: Siamo arrivati al dunque, ad un momento che mai si era vissuto dal 1989: occorre riflettere sull’assoluta esigenza su cosa possa essere un nuovo, più giusto e sostenibile ordine mondiale.
Se questo obbiettivo ancora non è stato raggiunto (ma forse mancano solo una manciata di tempo) è per i conflitti esistenti all’interno dello stesso establishment statunitense. Ma se si riflettesse sulle parole e al di là delle stesse parole del presidente della Banca Centrale Europea, e sulle molte guerre in atto (soprattutto quelle nell’area del Mediterraneo e del vicino Oriente) forse si capirebbero i vari elementi del puzzle “complotto” e si comprenderebbe meglio il contesto complessivo.